Flavescenza, percezione, contadini…
Riflessioni di una mattinata in vigna dopo aver discusso con un contadino di flavescenza dorata.
Il problema serio è l’ignoranza e la disinformazione perché la maggioranza dei contadini e dei produttori non conosce e riconosce così bene la malattia: “son sulamént del feië ruse”.
Quindi come in tutte le cose servirebbe della formazione con una informazione precisa e corretta sul come si può attuare una precisa lotta alla malattia o almeno tentare di limitare i danni.
Non si può permettere di lasciare in vigna le piante infette e sperare che la malattia diminuisca la virulenza per miracolo divino.
Basta con le svariate riunioni o conferenze dove si parla parla da anni senza aver mai attuato una strategia forte e condivisa di lotta alla FD.
Qui in zona non sarebbe difficile attuare questa tattica dato che poche cooperative concentrano oltre il 50% dei viticoltori.
Partendo da questi si dovrebbero sensibilizzare tutti i contadini che, non conoscendo la FD, spesso la confondono con altre malattie o carenze.
Per i contadini esiste poi il lato romantico della cosa.
Provate voi a convincerli a tagliare viti che hanno ricevuto in eredità, viti impiantate dai genitori e spesso dai nonni.
Le persone anziane davano e danno alla vite il vero valore che vorrei potesse riconquistare: erano spesso l’unica vera fonte di sostentamento per il nucleo familiare.
La vite era regina e dote per superare anni veramente duri per la ruralità piemontese, soprattutto a cavallo delle 2 guerre mondiali.
Io ora, girando in vigna, taglio le piante infette sempre pensando alla faccia che farebbero mio nonno e mia bisnonna.
Sarebbe stato arduo far digerire loro che, il taglio, è l’unica arma in nostro possesso.
Come si vede da queste foto, per un occhio esperto, è facile riconoscerla con la conferma della necrosi perfetta dei vasi linfatici.
Ad un contadino non esperto il primo indizio è sicuramente l’aborto floreale o del grappolo già formato.
Questa è la situazione dalla parte dei produttori.
E’ davvero subdola, divulgazione ed informazione per combatterla 🙂
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A good lesson . . .
Nel lontano 1999 dopo avere partecipato ad un convegno a Santa Giulietta tornai a casa molto allarmato da quello che avevo visto e sentito. …cominciammo subito a fare controlli in vigneto e già nello stesso anno consigliai ad alcuni soci della cooperativa per cui lavoravo di trattare e di estirpare le piante malate.
In quel periodo e ancora per diversi anni dopo molti di coloro che adesso fanno le crociate ci misero letteralmente in croce ( comprese le organizzazioni professionali) e perdemmo il treno della prevenzione. ..
Non possiamo parlare di ignoranza dei viticoltori ma piuttosto scarsa professionalità da parte di coloro che dovevano studiare e divulgare strategie di difesa.
In altre regioni la situazione non è drammatica come in Piemonte ma nonostante questo se parliamo di norme continuiamo ad essere penalizzati e soprattutto pare che molti addetti ai lavori non riescono a collaborare. ..