Dal Prosecco del Lazio allo Champagne lombardo.

Evidentemente il passo era troppo breve e, dopo aver “trovato” il Prosecco del Lazio, sentirsi proporre lo Champagne lombardo non mi ha destabilizzato più di tanto.

Antefatto.

Lago Maggiore.
Suna (sponda ricca piemontese)
Locale SUB-LIME
Dehor in spiaggia praticamente al livello delle acque del lago.

Locale frequentato soprattutto da stranieri vista la bellezza della posizione ed i presupposti non sono rassicuranti se la cameriera dice “mi spiace ma non accettiamo pagamento con carte o bancomat”.

Ma, spesso, il peggio è sempre in agguato e quando mi hanno portato la carta dei vini ho pensato di essere su scherzi a parte:

In ordine potete vedere, sulla stessa carta, una denominazione (Prosecco doc), un brand (Bellavista) ed un vitigno (Arneis) alla faccia della chiarezza e della comunicazione semplice al consumatore.

Ma lo scoop è stato successivo al mio ordine di un calice di Bellavista: “mi scusi ma Bellavista è finito e se vuole ho un altro Champagne” mostrandomi la cuvèe Prestige di Ca’ del Bosco!!!!!

Perché succede tutto questo in un paese produttore come l’Italia?

Perché abbiamo permesso un tale scempio che in altri settori è ancora più eclatante?

Perché noi produttori non facciamo nulla?

Perché grazie ai “nostri rappresentanti” pensiamo al padiglione vino dell’ Expo2015 quando sarebbe più importante il palcoscenico vino nazionale quotidiano?

Per certe persone, che purtroppo ci dirigono, rimarranno domande senza risposte mentre il consumo pro-capite continua a crollare.

Bravi.

Veramente bravi.