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Io mi incazzo

3 marzo 2013

Io mi incazzo quando vedo applicato al nostro mondo del vino del marketing delirante e falso.

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Vino libero, l’avremo letto tutti, ben campeggia su una intera pagina de La Stampa.

Ma libero da cosa?

Mi scrivi libero dai solfiti mentre tra parentesi mi indichi -40%?

40% riferito a cosa?

Il limite è, nei vini rossi, 160mg/l di solforosa totale: il 40% in meno di 160 è 96 che è pur sempre un livello alto!

Questa è pubblicità ingannevole, mi dici libero ma di solforosa ce ne è sempre.

Nessuno di noi produttori si ribella e denuncia una cosa del genere?

Poi leggo libero da concimi chimici.

Gran bella cosa che rientra nel discorso più ampio di rispetto e difesa del suolo, ma lo sa il consumatore che questo vino può essere aggiunto di circa 60 additivi di diverse nature durante il suo ciclo? (Regolarmente ammessi dall’attuale legislazione)

Qui si evidenzia un particolare di minimale importanza se non collegato a tutto il resto.

Per inciso è lo stesso gruppo che l’anno scorso comunicava di dealcolare un vino vi rendete conto?

Mi incazzo quando si lascia libertà di scrivere certe falsità sul nostro mondo e sul nostro vino.

Il vino è un prodotto naturale della nostra terra, delle nostre viti e della fatica di tanti e veri contadini.

Non permetteremo più certe cose e non ci soggiogheranno più al potere del vile denaro.

Noi abbiamo la dignità di chi presidia, di chi dipinge, di chi cura la terra, un territorio che per noi è un dono divino.

Se siete veri contadini, veri produttori dovete alzare la voce e ribellarvi alle tante cazzate che si scrivono su di noi ed il nostro mondo.

Scusate lo sfogo ma sono stufo di scarsa competenza, di ignoranza e di sufficienza nel mondo della comunicazione del vino.

2 commenti leave one →
  1. 8 giugno 2016 12:24 PM

    Appunto, chi del settore non si ribella potrebbe avere, anzi ha lo stesso scopo o obbiettivo del su citato gruppo

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